Una storia che ha dell’incredibile e una rete di crimini perpetrati da un’organizzazione senza scrupoli che per anni ha agito nell’ombra. Di questo si tratta nel caso denominato “Il Cuoco”. 

Le autorità erano dietro le tracce di questo misterioso personaggio, denominato appunto “Il Cuoco” ormai da anni. Egli era a capo di questa organizzazione criminale fintasi un’agenzia di “anti-spionaggio parastatale” e responsabile di traffici illeciti, riciclaggio di denaro ed estorsione. All’Agenzia appartenevano direttamente o facevano capo a decine di società e multinazionali italiane e straniere unite in una complessa rete di scambi, intrighi e proprietà. Tali società erano messe in piedi al solo scopo di fare fallire le PMI spostando illecite quantità di denaro nelle tasche delle multinazionali. 

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Sono più di 100 infatti le piccole e medie imprese che hanno dovuto soffrire i ricatti ed estorsioni e che hanno dovuto chiudere la loro attività grazie all'”Agenzia”.

La soluzione del caso è stata servita su un piatto d’argento agli inquirenti come un fulmine a ciel sereno. Un ruolo primordiale nella svolta delle indagini l’hanno avuto alcuni ex-membri stessi dell’Agenzia: un hacker di nome “Maria” e un “Agente” appena arruolato. Quest’ultimo ha deciso di vuotare il sacco esponendo alle autorità le prove necessarie e svariate testimonianze tramite una penna USB. La sua identità non è stata rivelata.

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Assieme al “Cuoco”, a finire in manette anche due altri fedelissimi sotto gli pseudonimi di “Agente Boris” e “Agente Vega”. Le indagini si sono protratte per anni e sono state lunghe e complicate spiega il procuratore di Milano Francesco Greco:

“[…] si tratta di individui altamente capaci e che hanno preso tutte le precauzioni necessarie al fine di garantirsi l’anonimato e gli alibi necessari”.

Il procuratore non si esprime oltre perché le indagini sono ancora in corso: bisogna ancora far luce su alcuni conti bancari offshore di presunta proprietà dell’organizzazione.

I processi, a porte aperte, si terranno a Milano fra poche settimane. 

Mario Santini,
Giornalista